ULTIM’ORA: Stanno per scadere le iscrizioni al corso di giornalismo sociale… affrettarsi gente, solo posti in piedi!

Con una lectio magistralis di Giovanni Minoli il 15 gennaio 2011 partirà il nuovo laboratorio di giornalismo sociale organizzato dalla Scuola di cultura del giornalismo “Chiodi”

Riportiamo il comunicato stampa per l’apertura dei lavori della scuola… date un’occhiata, se vi sembra interessante le iscrizioni sono aperte fino al 12 gennaio!

Tra gli altri relatori del corso: il giornalista e scrittore Oliviero Beha, il conduttore di “Mi manda Rai3” Andrea Vianello, il direttore di “Famiglia Cristiana” Antonio Sciortino e la portavoce dell’UNHCR (Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati) Laura Boldrini. Il laboratorio è a numero chiuso. Sono aperte le iscrizioni.
Il verosimile più forte del reale? Le apparenze più stringenti dei fatti? E’ possibile. In “Capricorne One”, film di fantascienza del 1978, l’ente spaziale americano, per ragion di Stato e per salvare il proprio prestigio, mette in scena un clamoroso falso: lo sbarco su Marte, mai avvenuto, costringendo gli astronauti a giurare in un set televisivo, allestito ad arte per realizzare la finzione. Qualcosa, però, va storto e un giornalista scopre l’imbroglio.
Il “Laboratorio di Giornalismo sociale” quest’anno si occuperà di imbroglioni, simulatori, artisti dell’illusionismo e ciarlatani di casa nostra. E non solo nel mondo dell’informazione.
C’è chi trucca i corpi al “Photoshop” e chi i bilanci societari. Chi ti promette guarigioni e vincite milionarie, chi l’affare del secolo. Chi fa fesso il cliente e chi il paziente. Chi t’aggira il fedele. C’è chi circuisce il lettore e chi s’intorta l’elettore.
Nel mondo dei media la “falsificazione” è uno dei prodotti non proprio di scarto della cosiddetta “informazione di massa”, che fa leva sul principio: “Primo, fare sensazione”. Le bufale redatte ad arte hanno allungato le gambe perché non c’è più nessuno che si brighi di verificare.
In politica, invece, i contenuti di un programma contano meno di zero, ma guai se manca uno slogan ad effetto. E, infine ci sono le tv con le interviste finte e finti contraddittori, in cui le ferree leggi dello show, da una parte, e dell’editore di riferimento dall’altra, ammazzano ogni giorno, impunemente, il diritto all’informazione.
Un mondo col trucco, insomma. Che vorremmo mettere in scacco in nove mosse, smentendo per una volta il luogo comune: il trucco c’è, ma non si vede.